Lettera a un pazzo

Roy Galán

La tua follia è tua. Appartiene a voi. Tu sei così. E deve essere bellissimo. Non lottare per farti passare. Accettalo e basta.

La tua follia è tua.

Appartiene a voi.

Proprio come questo naso o questa curiosità appartenevano a me.

Non sai come mi sento.

Perché sei pazzo o pazzo e tutto ciò che facciamo è trattarti come qualcuno che non è sano.

Come se fosse salutare essere come noi.

Rinchiusi nelle aule per anni, nelle palestre, in noi stessi e in relazioni impegnate.

Prendendo Xanan e Orfidal ed Emotival e Cipralex e Ludiomil per sostenere la nostra sanità mentale, in modo da non lasciare andare la corda e cadere nell'abisso.

Per essere in grado di resistere.

E tu, che forse non lo sopporti, ti arrabbi.

Ci infastidisci perché abbiamo paura che la nostra realtà non sia l'unica che esiste, perché se sei tu il matto, io sto bene.

Sì, noi che non siamo pazzi, ah! Contribuiamo al tuo disagio per sentirti più sicuro.

Perché devo capire che qualcuno mi sta parlando della borsa e non riesco a capire che mi stia parlando delle voci che sente nella sua testa?

Perché l'indice azionario è reale e qualcosa che viene prodotto in te non lo è?

Nel momento in cui maledici qualcuno che non è come te, diventi automaticamente una maledizione.

Un bastardo che lo fa solo prescrive pillole ogni sei mesi, che dice a un'altra persona che è incapace e interrompe i suoi pensieri.

Un bastardo che ti considera responsabile della violenza del mondo.

Un uomo maledetto che difende la sua realtà come unica verità.

Sì, un bastardo che non capisce assolutamente niente.

Sai com'è portarti un sogno nell'istante in cui sei sveglio e non sei in grado di spiegarlo?

Sai cos'è che la materia non ti accompagna?

Sai cosa significa ferire ciò che ami?

E non poterlo evitare.

Non sai come mi sento.

Non sei davvero solo.

Tu sei me, solo forse posso organizzare il mio pensiero in un modo più comprensibile.

Nient'altro.

Sei un ballerino, un pittore, un guaritore, un ragazzo che pettina il suo cane, una donna che abbraccia conchiglie.

Solo nessuno ti applaude.

Sei il vento che scuote tutto.

In un mondo più scomodo per questa vita, sì, ma altrettanto valido.

Non sei solo.

Non sei malato.

Se vieni a sgridarmi, ti abbraccio.

Se vieni a parlarmi di allodole e grifoni, ti ascolterò.

Se vieni e mi dai una torta, ci sono anche altre cose che mi colpiscono, non succede niente.

Se sei un miliardo in uno, li rispetterò tutti allo stesso modo.

Tu sei così.

E deve essere bellissimo.

Non lottare per farti passare.

Accettalo e basta.

Ci saranno momenti in cui sarai più lontano di qui.

E ci vedrai come luci che si accendono al tramonto in una città in riva al mare.

Tornerai e meriterai amore.

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